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Cristina Muti lancia una "chiamata alle arti" per giovani di tutta Italia

In occasione del "Ravenna Festival" sarà possibile presentare le proprie idee per video, foto, musica, poesia e arti visive

Vivere e condividere l'arte al Classis. In occasione del "Ravenna Festival 2024", la presidente Cristina Mazzavillani Muti invita giovani e giovanissimi al museo dal 17 al 20 giugno, per disegnare insieme uno spazio libero di confronto, crescita e scambio. La "Chiamata alle arti", dedicata ai creativi di oggi e del futuro (fino a 25 anni e senza età minima), è aperta a una varietà di linguaggi, dalla fotografia al video, dalla poesia al rap e alla trap, dalle arti visive tradizionali a quelle più innovative, dal mosaico fino alla composizione musicale. 

L'obiettivo è raccogliere in cinque sezioni opere inedite, destinando le migliori a essere esposte o eseguite negli spazi di Classis. Ma l'iniziativa punta anche ad offire nuovi momenti creativi nel museo, dando così vita a un ricco programma di appuntamenti, inclusi concerti e performance. Con la direzione artistica di Michele Marco Rossi e Anna Leonardi, il progetto di Cristina Muti si colloca nel solco dell’attenzione sempre dimostrata per i giovani e coltivata negli anni attraverso tante iniziative mirate. È possibile iscriversi, secondo le modalità indicate per ogni sezione, fino al 30 aprile, inviando domanda e materiali a chiamataallearti2024@ravennafestival.org (la descrizione del progetto e delle sue sezioni, così come la domanda, è reperibile sul sito ravennafestival.org).

“Stanca ed affranta nel vedere come certe forme d’arte spontanee, nate dalle nuove energie creative dei ragazzi di oggi, possano essere usurpate e violentate nell’odierna Babele comunicativa, mi metto alla ricerca di quel fertile mondo giovanile che già ho incontrato con stupendi risultati qualche anno fa, all’interno del nostro bel Teatro Alighieri – spiega Cristina Muti – e lo faccio, anzi lo facciamo, perché questa volta il gruppo di lavoro è nutrito e il programma particolarmente denso e ambizioso, per dimostrare che potenti forme espressive contemporanee come il rap e la trap, la video art, la fotografia digitale, la composizione musicale elettronica e non, la street art coi suoi graffiti, ma anche il 'nostro' mosaico e tutto il resto che interessi i nostri giovani possano essere forme d’arte pure, autentiche, liberatorie e sublimi. Ignorare o, peggio, lasciare questo mondo creativo nelle mani sbagliate senza indagarne la bellezza e la profondità, l’urgenza e la necessità, sarebbe un peccato imperdonabile. Questa nostra chiamata alle arti è rivolta a tutti i nostri meravigliosi giovani e soprattutto a quanti non sono riusciti sino ad oggi (e temo siano la maggioranza) a trovare ascolto, visibilità, ad affermare la propria presenza nel mondo. Noi siamo convinti che attraverso la creatività e la comunione delle belle antiche e nuove arti si possa incrementare il senso di fraternità, di uguaglianza tra i giovani. Questo progetto è stato accolto con entusiasmo da Francesca Masi, direttrice della fabbrica museale di Classis, e assieme a lei vorremmo che quel grande prato che le si stende davanti possa diventare la sede di un grande campus, una sorta di novella Woodstock ravennate, con quella avveniristica onda lapislazzulo a salire verso la fabbrica dello zucchero – come una Stairway to Heaven, una scala verso il cielo – e all’interno di essa un polo-laboratorio delle arti aperto a tutti”

La "Chiamata alle arti" è articolata in cinque sezioni, ognuna delle quali offre alle opere e gli artisti selezionati opportunità di visibilità per i propri lavori e di confronto con gli altri creativi e il pubblico, attraverso le giornate dedicate al Museo Classis. La sezione fotografia ha per tema il rapporto tra comunità umane e il Mediterraneo, crocevia di culture e religioni differenti ma anche teatro di tragedie e conflitti, mentre la categoria video raccoglierà lavori ispirati a due brani per violoncello solo, "Kottos" (1977) di Iannis Xenakis e "Obstinate" (2022) di Georges Aperghis. La sezione per poesia, rap e trap non prevede un tema ma si propone di esplorare il terreno comune fra queste arti, ovvero la musicalità della costruzione testuale e l’operazione linguistica capace di veicolare contenuti del vissuto sociale. Attorno al tema "Invocazione", legato a "Sette parole" della compositrice Sofia Gubaidulina, si raccoglieranno invece lavori che spaziano da composizioni musicali a testi, da opere visive a qualsiasi altro linguaggio. La sezione di arti visive si distingue per l’assenza di selezione: tutti i partecipanti sono invitati a prendere parte a Another Bach in the Wall, un momento di creazione collettiva, a cui si unirà anche il pubblico, sulle note di Johann Sebastian Bach.

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