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Cronaca

Un centro di ricerca contro gli infortuni al porto di Ravenna: allo studio dei sensori per le tute degli operai

L'annuncio dell'assessore regionale Colla: "Stiamo definendo l'operazione di un nuovo grosso centro di ricerca, che con ogni probabilità piazzeremo al porto di Ravenna"

Per ridurre nei fatti gli infortuni e i morti sul lavoro, due strade sembrano più percorribili oggi: investire in tecnologia, installando ad esempio sensori sui mezzi o sulle tute degli operai che dicano alle macchine quando fermarsi, e puntare su una formazione più mirata, che faccia comprendere ad esempio a tutti i lavoratori il significato della parola "stop", prima che sia troppo tardi. Ci sta lavorando la Regione Emilia-Romagna, insieme con l'Università di Bologna e altri partner, mettendo in fila risorse e progetti. L'ultimo è quello di un nuovo grande centro di ricerca, su queste buone pratiche, nell'area 'sensibile' del porto di Ravenna: una volta che arriverà il brevetto, si procederà spediti. Annuncia tutto l'assessore a Lavoro e Sviluppo regionale, Vincenzo Colla, parlandone a margine dell'assemblea dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza della Cgil Emilia-Romagna, a Bologna, intitolata "Prevenzione, formazione, contrattazione" e animata anche dalla presenza dell'Ispettorato del lavoro territoriale. Premette Colla: "La tecnologia è e dev'essere uno dei fattori strategici per evitare infortuni sul posto di lavoro. Stiamo definendo l'operazione di un nuovo grosso centro di ricerca, che con ogni probabilità piazzeremo al porto di Ravenna. Stiamo parlando di luoghi sensibili dal punto di vista della sicurezza sul lavoro, quindi".

L'assessore cita "lo schiacciamento di ieri dell'operatore Amadori: se avessimo avuto mezzi e tute coi sensori, non ci sarebbero state persone schiacciate. E questo vale anche per Yaya", il giovane deceduto sul lavoro all'Interporto di Bologna due anni fa, dopo essere stato stritolato da un tir. "I sensori - insiste l'ex leader regionale Cgil - servono già alle auto, per fermarsi quando serve: non si capisce perché non dovremmo usarli anche per evitare infortuni sul lavoro. Dobbiamo sfruttare di più la tecnologia, quindi, anche e soprattutto nell'ambito della sicurezza", nei settori della logistica e dell'edilizia in primis. "Vogliamo portare avanti quindi - sprona Colla sul progetto di Ravenna - una grande operazione. Insieme con l'Università di Bologna abbiamo presentato un progetto di brevettazione per questo modello, quando avremo il brevetto faremo il centro di ricerca a Ravenna a disposizione di tutto il sistema". Ma non è tutto: "L'altra grande cosa che dobbiamo fare è far imparare la lingua a tutti i lavoratori: non si può entrare in un cantiere della logistica nel momento in cui non si è neanche in grado - puntualizza l'assessore regionale - di conoscere la parola 'stop'. La lingua è il contratto di ingaggio di qualità preventivo per queste persone. Abbiamo le risorse, con 800.000 euro che l'Inail ci ha consegnato: li abbiamo messi a disposizione di questi tavoli a attendiamo progetti. Siamo disponibili a finanziarli, non faremo mancare i finanziamenti in un ambito come questo", conclude Colla. (fonte. Dire)

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