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Cronaca

Muore a 56 anni dopo un intervento: la Procura indaga due medici per omicidio colposo

Il Sostituto Procuratore, come atto dovuto per poter disporre l'autopsia, ha iscritto nel registro degli indagati i due medici della struttura che hanno operato il 56enne, un neurochirurgo e un cardiologo

Era stato ricoverato per un intervento per risolvere le sue cervicalgie, ma è stato colto da un infarto da “stress operatorio” ed è morto improvvisamente a soli 56 anni. In seguito all’esposto presentato dai familiari della vittima, il Pubblico Ministero della Procura di Ravenna Angela Scorza ha aperto un procedimento penale con l’ipotesi di reato di omicidio colposo per il decesso in circostanze tutte da chiarire di un leccese di 56 anni. Decesso avvenuto il 24 maggio in una struttura privata del ravennate. Come in tutte le vicende di possibile responsabilità medica, si tratta di un atto dovuto per poter garantire il diretto di difesa nello svolgimento delle perizie tecniche, che di solito sono dirimenti in questo tipo di vicende legali.

Per questo il pm ha iscritto nel registro degli indagati i due medici della struttura che hanno operato il 56enne, un neurochirurgo e un cardiologo. Il Pm Scorza ha anche disposto la perizia autoptica che sarà determinante per chiarire le cause della morte e venerdì ha affidato l’incarico di eseguire l’accertamento tecnico non ripetibile al medico legale Matteo Tudini: alle operazioni peritali parteciperà come consulente tecnico di parte anche il medico legale dottor Pierfrancesco Monaco, messo a disposizione da Studio3A-Valore spa, società a cui i congiunti della vittima si sono affidati per essere assistiti, attraverso il consulente legale Luigi Cisonna.

Il 56enne il 16 maggio era partito da Lecce alla volta della clinica dove opera uno specialista in Neurochirurgia che lo aveva seguito nelle sue problematiche legate alla cervicalgia causata da varie ernie, per essere da questi operato: un intervento chirurgico programmato da tempo. L’operazione è stata effettuata nel pomeriggio del 20 maggio. Il medico stesso aveva avvisato la moglie del paziente che si erano verificate delle complicazioni.

L’indomani il paziente è uscito dalla terapia intensiva, ma ai familiari ha riferito di non sentirsi per niente bene lamentando insensibilità alle gambe e forti dolori alla schiena, a cui si erano presto aggiunte anche algie al braccio destro e allo stomaco. Sta di fatto che nella notte tra il 21 e il 22 maggio il 56enne è stato colpito da un infarto e ha subìto un intervento urgente di angioplastica, venendo quindi ricoverato nella terapia intensiva del reparto di Cardiologia della stessa clinica. Un infarto dovuto, a quanto avrebbe riferito ai congiunti del paziente un medico della Cardiologia, a uno “stress operatorio” collegato al primo intervento. Lo stesso dottore ha inoltre informato i familiari che l’operazione era stata eseguita a una sola coronaria consigliando di intervenire anche sull’altra, che pure non era in buone condizioni, ma senza dare carattere d’urgenza a questa ulteriore angioplastica, a cui si sarebbe potuto sottoporre anche a Lecce, una volta dimesso e tornato a casa.

Il peggio pareva passato, tanto che il 23 maggio il 56enne è uscito dalla terapia intensiva cardiologica ed è stato trasferito in corsia. Ma l'uomo ha continuato a stare male, accusando forti dolori. E infatti in serata ha riferito alla sorella che i medici, contrariamente alle indicazioni iniziali, erano decisi se operarlo anche all’altra coronaria. Ma non c’è stato il tempo: nel primo pomeriggio di lunedì 24 maggio la moglie del 56enne ha ricevuto dall’ospedale la telefonata che gli comunicava il decesso del marito. I famigliari per capire meglio cosa è successo hanno quindi sporto denuncia ai Carabinieri di Lecce. Richieste riscontrate dalla Procura di Ravenna competente per territorio con l’apertura di un fascicolo e gli atti conseguenti che, si spera, possano fare al più presto luce su quanto successo.

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