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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Ravenna, "struzzi nelle sabbie del porto"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

In questa sonnolenta città, che a forza di attendere le elezioni da quattro anni è diventata soporosa, si risveglia di tanto in tanto la solita politica del governo PD, dichiarazioni su dichiarazioni, ma fare niente. Così, per esempio, i discorsi su come affrontare il problema dei fanghi da dragaggio, che  hanno bloccato la funzionalità del porto di Ravenna e condannato l’economia portuale all’immobilismo, si sono risolti in promesse, dietrofront, conferenze, Progettone, Progettini, e poi il silenzio assoluto. Ma, ahimè, mentre tutto tace a Ravenna, non a grande distanza, a La Spezia, è successo che la Magistratura ha bloccato, per problemi ambientali, le draghe che escavano nel porto rallentando di fatto la navigazione. A Ravenna ne è apparsa sul Web un’unica informazione, a cura del solito architetto Daniele Vistoli, evidentemente è l’unico che non dorme. 

A La Spezia, le cozze, piatto tipico locale, costituiscono il fulcro di una complessa catena alimentare e parte dell’ecosistema ambientale marino frontistante. Tra allevamenti e giacimenti spontanei, vi è una più che considerevole popolazione di questi mitili. Per dirla in breve, si sospetta che la moria di questi mitili che si è verificata sia da addebitarsi all’escavazione dei fanghi sabbiosi portuali con l’utilizzo delle draghe tradizionali. In precedenza era stata verificata anche la possibilità di utilizzare nuove draghe che escavano con modalità ecologiche. Erano state effettuate anche delle prove in sito, ma tutto è finito nel solito modo  all’italiana, dove le lobby la fanno da padrone. 

Che le colpe siano da addebitarsi tutte alle draghe è compito della magistratura stabilirlo. Certamente è la seconda volta in sei mesi che questo fenomeno si è ripetuto. Un brivido mi è corso lungo la schiena, quando ho pensato a Ravenna e all’idea che la torbida sabbiosa estratta delle draghe nel porto-canale sia riversata nelle casse ai lati delle dighe di Marina di Ravenna e Porto Corsini, come progettato dall’Autorità Portuale e approvato dal Comune di Ravenna. Se dovesse succedere qualcosa del genere nell’avamporto di Ravenna, mentre le draghe sono in funzione, che ricadute sulla navigazione del porto-canale ci potrebbero essere in caso di intervento della Magistratura? Lungi dal creare allarmismi di sorta, ma non volendo nemmeno minimizzare, mi chiedo solo se qualcuno ha preso in considerazione questa eventualità. La tecnologia delle draghe tradizionali, previste a La Spezia come a Ravenna, risale all’epoca medioevale dell’ing. Leonardo. Il sistema è sempre quello. Le nuove draghe, che garantiscono il massimo livello della sostenibilità nell’ambiente marittimo, già esistono e funzionano egregiamente. Vogliamo almeno provarle? Oppure, come una nuova specie di struzzi marini, nascondiamo la testa nella torbida sabbiosa del Candiano?  

Pasquale Minichini, Lista per Ravenna
 

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