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Cronaca

Apre a Ravenna l'Ospedale di Comunità: "Una risposta importante per i pazienti del territorio"

Un'inaugurazione che anticipa di 3 anni il servizio, in attesa della futura Casa della Comunità della Darsena. Bonaccini: "Un servizio necessario, ma il Governo faccia dietro front sui tagli alla sanità"

Innovazione, collaborazione e la possibilità di rispondere in maniera urgente ai bisogni dei cittadini ravennati. Lunedì mattina è stata inaugurato l’Ospedale di Comunità “Darsena” negli spazi dell’ospedale privato accreditato “San Francesco” in via Amalasunta a Ravenna. Un nuovo servizio per i ravennati che è attivo già dal 3 aprile e che entro una decina di giorni dovrebbe raggiungere la piena occupazione della struttura. Diversi sono gli scopi del nuovo Ospedale di Comunità (OsCo), che da una parte anticipa l’erogazione dei servizi previsti nella futura Casa della Comunità del quartiere Darsena e dall’altro vuole alleviare il lavoro dell’ospedale Santa Maria delle Croci e migliorare l’assistenza ai pazienti ravennati.  Il nuovo Ospedale di Comunità, molto vicino al Santa Maria delle Croci, consentirà anche di sfruttare i servizi specialistici della struttura privata.

La San Francesco ha messo a disposizione un’area significativa della struttura, adeguatamente ristrutturata, che occupa una superficie complessiva pari a 1.190 metri quadri e può beneficiare di ulteriori aree esterne quali parcheggio e giardino a disposizione dei degenti e dei visitatori. In virtù di questa importante disponibilità acquisita, si è proceduto alla stipula di un contratto di locazione fra le parti. L’ospedale di comunità “Darsena” ha una disponibilità di 24 posti letto, distribuiti in 13 stanze di degenza dotate di servizi igienici, di cui alcune con letto singolo e altre con la capienza massima di due o tre posti letto. La gestione dell’ospedale è affidata al personale infermieristico dipendente di Ausl Romagna e la responsabilità clinica è garantita dalla collaborazione dei Medici di Medicina Generale e dei Medici della Continuità Assistenziale. L’attività specialistica è assicurata attraverso accessi programmati di medici ospedalieri e, in considerazione della collocazione dell’ospedale all’interno della struttura privata accreditata, usufruirà delle discipline specialistiche già previste nel contratto di fornitura. 

Il taglio del nastro del nuovo Ospedale di Comunità "Darsena"

“L’Emilia Romagna gioca d’anticipo”, dice Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la Salute, facendo riferimento ai finanziamenti relativi al Pnrr per il miglioramento del settore sanitario. La Regione infatti sarebbe in anticipo rispetto alla road map assegnata alle regioni per la realizzazione del piano del Pnrr sulle strutture sanitarie entro il 2026. Con l'ospedale di comunità Darsena infatti “si sperimentano i modelli di cure intermedie” anche attraverso una collaborazione con il pubblico che prende spazi  e lavora in sinergia con il settore privato. Cure intermedie che svolgono un ruolo fondamentale per i cittadini, rivolgendosi infatti a quei pazienti che non possono né ricevere assistenza a domicilio, né possono essere ricoverati all’interno di un presidio ospedaliero. Il nuovo ospedale di comunità quindi sarà utilizzato per le lungodegenze e per l’assistenza continua dei pazienti ravennati. L’innovazione sarà uno dei tratti distintivi del nuovo Ospedale di Comunità. “Già è stata sperimentata durante il Covid la collaborazione tra pubblico e privato accreditato”.

Un servizio che la città attendeva da molto tempo – ha detto poi il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale – Ravenna ha vissuto e vive tuttora un problema grande sul versante della terza e quarta età”. Quello dell’ospedale di comunità è dunque un “obiettivo strategico”,  fissato da tempo dall’Amministrazione ravennate che ora si realizza con questo “anticipo” della Casa di Comunità. Il sindaco rileva come la pandemia abbia reso il progetto “più urgente ma anche possibile”, grazie ai numerosi finanziamenti messi a disposizione con il Pnrr. Ora quindi si darà una “risposta a un bisogno impellente della popolazione. Ed è importante anticiparlo di 3 anni”. Un pizzico di rammarico sorge poi per l’aumento dei prezzi, con i progetti per la Casa della salute e dell’ospedale della Darsena “ridimensionati – aggiunge De Pascale, sottolineando che - servirebbero maggiori risorse”. 

Un passo in avanti verso l’assistenza ai cittadini anche per il presidente della Regione, Stefano Bonaccini: “Abbiamo già alcuni ospedali di comunità attivi sul territorio regionale, altri sorgeranno in Emilia Romagna e anche in questa provincia”, afferma Bonaccini ravvisando in queste strutture un’espressione di “maggiore vicinanza alla cittadinanza”. “La pandemia ci ha insegnato la necessità di assistenza territoriale e domiciliare – continua il presidente di Regione, lanciando una stoccata anche al governo – il taglio alla sanità pubblica è inaccettabile e vergognoso. Mi auguro che governo ci rifletta”.

“Noi oggi abbiamo più sanità pubblica di tutte le altre regioni e per questo rischiamo di essere i più colpiti dai tagli – prosegue il presidente dell’Emilia Romagna - Mancano circa 880 milioni di euro dallo Stato per le spese della nostra sanità pubblica”.  Come precisa Bonaccini ammontano a circa 250 milioni di euro in più le spese energetiche del 2022 rispetto al 2021 per le strutture sanitarie pubbliche, “ci hanno rimborsato pochissimo e basandosi sul numero di abitanti, non sul numero di strutture”. “Ci basterebbe una parte di questi 880 milioni di euro. Siamo la regione a statuto ordinario con meno debito pubblico – precisa Bonaccini - Non avremmo difficoltà se lo Stato ci riconoscesse parte di quelle spese”.

Il presidente della Regione insiste sulle difficoltà della sanità pubblica. “Abbiamo un quarto delle case di comunità del Paese e altre 90 finanziate. Circa il 10% dei cittadini è assistito a domicilio, mentre la  media italiana è circa metà”. A questi numeri importanti però si raffronta la carenza di professionisti: “Oggi non abbiamo abbastanza persone per coprire i posti a disposizione. Serve un aumento degli stipendi o una velocizzazione dell’avanzamento di carriera. Rischiamo di avere una sanità che degrada”. Bonaccini non risparmia una critica ai test d'ingresso alle facoltà di Medicina che “assomigliano al quiz del Rischiatutto” e il numero chiuso alle università che si contrappone alla mancanza di professionisti. “Cerchiamo di lavorare per mettere fine al problema – conclude Bonaccini – il Governo aumenti i fondi alla sanità e qualcuno non sbagli il campanello da suonare”.

L’inaugurazione dell’ospedale di comunità è un “lavoro che si è sviluppato soprattutto negli ultimi mesi – sostiene Roberta Mazzoni, direttrice del Distretto sociosanitario di Ravenna – Interno alla rete ospedaliera, questo nuovo ospedale di comunità si aggiunge alle strutture già attive a Cervia (con 24 posti letto) e Brisighella (con 20 posti letto)”. Come già detto si tratterà di un’anticipazione della casa di comunità della Darsena, che dovrebbe sorgere entro il 2026, e nasce “per fornire una risposta ai bisogni del territorio, in particolare agli assistiti di Ravenna e Lugo”. Un progetto che dunque inaugura un’esperienza di assistenza interdistrettuale e inoltre mira ad “anticipare i servizi d’assistenza e ricovero” della futura struttura che sorgerà nel quartiere Darsena di Ravenna. 

Maria Laura Garofalo, amministratrice delegata del Gruppo Garofalo Health Care, che conta 32 strutture in 8 regioni italiane e dal 2021 ha rilevato a Ravenna la casa di cura San Francesco e la Domus Nova, plaude alla “iniziativa lungimirante di Ausl – che potrà garantire - elevati standard di sanità e sicurezza”. Con l’ospedale di comunità, secondo Garofalo “l’offerta assistenziale sarà più vicina ai bisogni del territorio”. “Solo attraverso l’integrazione fra pubblico e privato si potrà uscire dal pantano in cui si trova la sanità italiana”, ha precisato l’ad del gruppo Garofalo Health Care, ricordando che l’Italia è “il Paese europeo con il maggior numero di pazienti cronici”.

“Un’inaugurazione transitoria in attesa di una realizzazione ancora più importante – ha dichiarato Stefano Falcinelli, Presidente dell’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Ravenna – Purtroppo abbiamo pochi professionisti, un Paese incapace di fare programmazione e poche risorse”.  Secondo il presidente dell’Ordine, “per salvare un sistema sanitario universale e solidale servono lungimiranza, fantasia e idee nuove”. Tra queste ci sarebbe anche la collaborazione fra pubblico e privato. “Dobbiamo dare una risposta efficace ai bisogni dei cittadini – ha proseguito Falcinelli ricordando che da – tanto tempo si parlava di utilizzare meglio questa struttura”. 

“Attraverso questa collaborazione noi possiamo anticipare di un triennio un servizio importante per i cittadini”, interviene il direttore generale di Ausl Romagna Tiziano Carradori. “Con l’ospedale di comunità si avrà una maggiore copertura dell’assistenza, ma si potrà anche aggredire la congestione del pronto soccorso”, ravvisa Carradori che conclude soddisfatto della collaborazione con il settore privato: “Un sistema sanitario di massima qualità governato dal pubblico, ma non necessariamente prodotto esclusivamente dal pubblico”.

Uno sguardo all'interno del nuovo ospedale di comunità

Gli ospedali di comunità sul territorio provinciale

Attualmente sono attivi sul territorio provinciale due ospedali di Comunità: Cervia con una disponibilità di 24 posti letto e Brisighella con 20 posti letto. 
La programmazione degli interventi legata ai finanziamenti del PNRR, prevede la realizzazione di ulteriori due Ospedali di Comunità: uno presso la Casa della Comunità di Russi ( 20 posti letto) che, in considerazione della collocazione logistica, sarà  in grado di fornire risposte agli assistiti dei Distretti di Ravenna, Lugo e Faenza, e il secondo, nella nuova Casa della Comunità  “Darsena” della città di Ravenna, con una capacità di accoglienza pari a 20 posti letto.    

Pur perseguendo le progettualità sopra indicate, la realizzazione dell’OsCo di Russi è prevista entro l’anno 2024 mentre quello della città di Ravenna terminerà entro il 2026. Per queste ragioni, la Direzione Aziendale, insieme alla Direzione Medica del Presidio ospedaliero di Ravenna e alla Direzione del Distretto ha ricercato nuove soluzioni per anticipare la realizzazione di questo setting assistenziale, garantendo così i bisogni di cure intermedie espressi dagli assistiti del Distretto di Ravenna e, al contempo, perseguendo una maggiore appropriatezza nei ricoveri ospedalieri. 

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