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Cronaca

La psichiatra spiega la tragedia di via Dradi: "Giulia affetta da delirio di indegnità. Pensava di salvare la figlia da un male peggiore"

L'esperta, commentando la tragedia che ha sconvolto Ravenna, spiega quali sono i segnali di chi soffre di problemi di salute mentale da non sottovalutare

"Mai sottovalutare frasi dette in contesti critici o ricorrenze particolari. Dopo un po' di tempo, a livello familiare ci si abitua a sentire affermazioni come 'vi odio' o 'non ce la faccio più'. Si tratta di un adattamento difensivo. Ma l'indicazione è quella di non sottovalutare mai queste frasi, che se dette in un momento critico devono essere prese sul serio".

Peluche e fiori sotto al palazzo in cui è morta la piccola Wendy (foto Massimo Argnani)

Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista, spiega all'agenzia di stampa Dire come aiutare familiari e congiunti a leggere i segnali di chi soffre di problemi di salute mentale, commentando e spiegando il tentato suicidio della 41enne ravennate Giulia Lavatura, che si è lanciata dal nono piano del condominio in cui viveva portando con sé la figlia di 6 anni e la cagnolina, morte entrambe sul colpo.

Giulia aveva smesso di prendere gli psicofarmaci da un mese: "Me lo consigliò lo psichiatra"

"So che la signora era in cura e non aveva mai palesato tendenze suicide (come ha riferito la zia di Giulia in una videointervista, ndr). Ma chi ha un'intenzione suicidaria tende a nasconderla - aggiunge la psichiatra - quindi più l'intenzione è grave, meno viene annunciata. Per questo chi sta vicino a una persona malata deve fare un grande lavoro di attenzione. Un gesto così non è prevedibile. Ma si può prevenire, lentamente. Non è facile, però l'amore può aiutare".

Secondo l'esperta "non bisogna mai sottovalutare, quindi, le frasi dette in contesti critici o ricorrenze particolari, come il compleanno e il Natale. E poi dialogo e osservazione. Fondamentale è assicurarsi che il familiare in cura assuma i farmaci prescritti. Alcuni pazienti si confondono. Altri inventano bugie per non prenderli. Ma la sospensione dei farmaci provoca un 'rebound', una ricaduta farmacologica - spiega la psichiatra -, ma spesso i familiari non se ne accorgono perché chi sospende i farmaci finge di farlo". E, almeno secondo quanto ha raccontato la stessa donna agli inquirenti, era proprio quello che aveva fatto Giulia, che durante l'interrogatirio ha spiegato di aver smesso di prendere gli psicofarmaci a inizio dicembre.

"La sanità ha bisogno di nuove regole, non fare nulla e aspettare è disumano": lo sfogo del cugino di Giulia

La psichiatra spiega poi che, nei casi come in quello in questione, quando vengono coinvolti anche dei familiari, si tratta di "delirio di indegnità: una forma particolare di malattia, rara ma pericolosa, che porta a uccidere sé stessi per evitare un male maggiore. Quindi chi porta con sé qualcun altro non pensa di fargli del male, ma al contrario vuole salvare quella persona. Sono patologie molto complesse, legate a una mancanza di contatto con la realtà. Non c'è intenzione di fare del male a quelle persone, ma di salvarle da un male peggiore. E lanciarsi nel vuoto - conclude - può essere il gesto estremo di chi si butta per tentare di salvarsi".

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