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Cronaca

"La sanità ha bisogno di nuove regole, non fare nulla e aspettare è disumano": lo sfogo del cugino di Giulia

Il cugino della 41enne che si è gettata nel vuoto insieme alla figlia e alla loro cagnolina punta il dito contro le istituzioni: "Sono ben lontane dal coraggio necessario per prendere certe posizioni, fa troppo comodo lasciare in mano alle famiglie queste responsabilità"

"Un disturbo mentale non è né una colpa, né tanto meno una scelta. È una malattia, un dramma, una condizione labirintica devastante". Inizia così il lungo post sui social di Giacomo Lavatura, cugino della 41enne Giulia Lavatura che lunedì mattina si è gettata da un'impalcatura del condominio in cui viveva insieme alla figlia Wendy di sei anni e alla loro cagnolina Jessy, morte entrambe nell'impatto.

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Dopo lo sfogo tra le lacrime davanti alle telecamere Rai della zia di Giulia, anche il cugino ha deciso di intervenire pubblicamente per cercare di placare le migliaia di commentatori "sputasentenze" che in questi giorni hanno preso d'assalto i profili Facebook di Giulia e dei suoi parenti, lanciando accuse e critiche senza conoscere la difficile situazione familiare - i commenti sotto al lungo post delirante pubblicato dalla 41enne subito prima di tentare il suicidio sono al momento più di 4000.

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La donna, come emerso, da oltre dieci anni era seguita dal Centro di salute mentale di Ravenna a causa di un disturbo bipolare, e pare che proprio nell'ultimo periodo avesse smesso di prendere le medicine che le erano state prescritte. Cosa che avrebbe confermato durante il lungo interrogatorio avvenuto ieri in ospedale, in seguito al suo arresto.

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"Chi soffre di queste malattie vive una condizione inimmaginabile di sofferenza interiore ma spesso anche fisica, che trascina nell'abisso tutto il nucleo famigliare che lo circonda - scrive il cugino di Giulia su Facebook - Abbiate pietà, ci sono storie di famiglie e di persone che non sono comprensibili agli estranei. Se non si vive direttamente e profondamente a contatto con queste malattie è praticamente impossibile capirne la drammaticità e sopratutto l'intensità con la quale devastano chi le colpisce. Sono malattie trasparenti e talvolta silenziose che logorano l'animo e l'esistenza. Pronte ad esplodere in qualsiasi momento e passare dal silenzio al caos più totale con escalation spesso lente, ma inesorabili. Abbiate pietà, lasciate in pace chi non potete giudicare, perché non avete gli elementi per capire, e sfido qualsiasi medico specializzato in queste malattie ad avere il coraggio di commentare con profonda onestà e franchezza quanto è accaduto".

Peluche e fiori sotto al palazzo in cui è morta la piccola Wendy (foto Massimo Argnani)

Anche il cugino di Giulia, come la zia, punta il dito contro le istituzioni e i servizi socio-sanitari: "Le istituzioni sono ben lontane dal coraggio necessario per prendere certe posizioni, fa troppo comodo lasciare in mano alle famiglie queste responsabilità. Sbagliare è umano, ma secondo me non fare nulla ed aspettare gli eventi è addirittura terribile e disumano. Chissà quante morti evitabili già ci sono state anche prima! Forse, aimé, non fare nulla ed aspettare fa parte di una prassi talmente atroce quanto conveniente, poco rischiosa in termini di responsabilità e davvero sconveniente in termini di risultati".

L'uomo chiede "rispetto, anche se può sembrare addirittura una forzatura a chi vede solo il lato cinico superficiale e concreto di questa vicenda. Per chi invece riesce ad andare oltre, cercate di far ragionare chi non capisce o quantomeno convinceteli a tacere e stare in silenzio. Inutile parlare adesso, cercate di concentrarvi sul cambiare un sistema che non funziona, piuttosto che giudicare persone che nemmeno conoscete. La sanità ha bisogno di nuove regole, scrivetele ed abbiate la coscienza di assegnare ai dirigenti sanitari il potere di agire! Questa sarebbe civiltà, questo sarebbe il bene comune. Questa sarebbe umanità nei confronti di chi soffre e di chi gli sta vicino. Il vostro parere su chi sia vittima e chi carnefice, adesso, non conta davvero nulla, almeno per quello credo che la magistratura farà il proprio lavoro. Lavoro che invece, aimé, la sanità e le istituzioni locali non sono riuscite a fare per salvare povere anime indifese. Questo è atroce".

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