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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Niente visite nell'ambulatorio temporaneo, la Procura ferma il veterinario. Guerra: "Accanimento persecutorio"

Guerra infatti, pur essendo stato radiato dall'Ordine dei medici veterinari della provincia di Ravenna, potrà continuare a lavorare. Ma esclusivamente a domicilio

Dopo aver ricominciato a visitare gli animali dei suoi pazienti a domicilio - cosa contro la quale Assofido-Codacons ha presentato un esposto - Mauro Guerra, il veterinario di Sant'Antonio attualmente imputato in un processo per maltrattamento e uccisione di animali e altri reati, ha provato a far ripartire la propria attività acquistando un container in cui poter effettuare le visite, posizionandolo proprio di fianco alla sua abitazione e al suo ambulatorio, nuovamente sotto sequestro dallo scorso settembre.

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Guerra infatti, pur essendo stato radiato dall'Ordine dei medici veterinari della provincia di Ravenna, avendo annunciato l'intenzione di presentare ricorso contro la sentenza disciplinare alla Cceps (la Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie), potrà continuare a lavorare fintanto che, eventualmente, il provvedimento dovesse essere confermato - nel frattempo i suoi clienti hanno promosso una petizione proprio per chiedere la riapertura dell'ambulatorio, petizione che ha superato le 2000 firme.

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Ora però il veterinario di Sant'Antonio torna a farsi sentire con un lungo sfogo sui social, dopo che la Procura ha dato parere sfavorevole alla ripartenza delle visite animali all'interno del prefabbricato allestito da Guerra a causa, spiega lo stesso veterinario,"del rischio di reiterazione dei (presunti) reati". "Colpevole, nonostante prova contraria - attacca il veterinario - In questi ultimi tre anni ho fatto tutto ciò che era nelle mie possibilità per non lasciare i vostri amici senza dottore, ho subito perquisizioni, sequestri, ho dovuto leggere senza possibilità di replica accuse surreali di ogni tipo, ma ho avuto sempre la forza di continuare il mio lavoro nonostante tutto ciò che mi stava accadendo, perché sono certo della mia innocenza e della mia integrità su tutti i fronti".

Guerra si definisce "sconcertato dall'accanimento persecutorio al quale sono sottoposto, prima da indagato e ora da imputato, in un processo penale con a mio carico oltre 20 capi di imputazione; e tutto ciò senza ad oggi né avere mai avuto, negli oltre 20 anni della mia attività, nessuna denuncia da parte di clienti insoddisfatti del mio operato".

Al secondo sequestro eseguito alla fine di settembre 2023 del mio ambulatorio "ho reagito cercando di costruire una struttura prefabbricata dove poter continuare a servire chi ancora avesse bisogno del mio aiuto, visto che nel provvedimento di sequestro preventivo è chiaramente specificato che nessun vincolo veniva posto sulla possibilità di poter continuare ad esercitare la mia professione - spiega Guerra sui social - Ho contattato preventivamente tutti gli enti preposti (Usl e Comune) per verificare se fosse possibile montare nel giardino dell ambulatorio un prefabbricato avente tutti i requisiti a norma di legge per continuare a lavorare, e dopo parere favorevole degli organi competenti a tempo di record, con l'aiuto di alcuni amici, ho montato tutto. L'Usl ha eseguito il sopralluogo e ha dato il nulla osta quasi due mesi fa; a questo punto, di norma, con parere favorevole dell Usl, il Comune rilascia l'autorizzazione di inizio attività. Di norma, ma non nel mio caso, poiché nel mio caso il Comune di Ravenna, paladino nella difesa dei diritti (così si dice), chiede altri due pareri non previsti dalla normativa, all'Ordine dei Veterinari che non mette veti e alla Procura del Tribunale di Ravenna, che invece dà parere sfavorevole per pericolo di reiterazione dei presunti reati. Così l'autorizzazione di inizio attività nel "nuovo studio veterinario" viene sospesa in attesa di ulteriori valutazioni che verranno analizzate dopo la presentazione delle mie osservazioni. Di fatto, con questo provvedimento, mi è consentito di lavorare unicamente a domicilio. Colpevole, nonostante prova contraria".

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