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Ancisi (LpRa): "Ravenna Holding e il lupo cattivo"

"Guardando questa immagine in controluce mi sento di offrire all’opinione pubblica stessa, tramite gli stessi imparziali organi della stampa quotidiana locale, la seguente controinformazione"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Ravenna Holding, “cassaforte” del Comune di Ravenna, illustrando il consuntivo della propria gestione 2012 alla stampa prima che ai consiglieri del Comune stesso, e quindi senza contradditorio, ha diffuso all’opinione pubblica che “l’esito complessivo di queste operazioni ci restituisce l’immagine di un soggetto di grandissima solidità patrimoniale che garantisce i vantaggi finanziari ed economici di una gestione coordinata delle partecipazioni degli enti soci”. Guardando questa immagine in controluce mi sento di offrire all’opinione pubblica stessa, tramite gli stessi imparziali organi della stampa quotidiana locale, la seguente controinformazione.

La “grandissima solidità patrimoniale” di Ravenna Holding, del valore di 455 milioni di euro, è innegabile. Come pure, però, che essa non è merito dei suoi amministratori, ma per l’83,48 per cento dei cittadini di Ravenna, per il 10,82 per cento dei cittadini di Cervia e per il 5,60 per cento dei cittadini di Faenza, che l’hanno consegnata a Ravenna Holding tramite le loro rispettive amministrazioni comunali.

I “vantaggi finanziari ed economici” di ritorno, per i cittadini medesimi, dall’“esito complessivo” del bilancio 2012, consistenti in 7 milioni di dividendi, è pari all’1 e mezzo per cento del patrimonio suddetto. Meno di quanto il più sprovveduto semplice cittadino ricaverebbe dalle cedole dei titoli di Stato acquistati presso un qualunque sportello bancario.

Uno degli attuali maggiori vanti dei nostri amministratori è che il Comune di Ravenna ha un debito di “soli” 60 milioni. Ravenna Holding ci ha appena comunicato di avere uno di 53,5, che, aggiunto, nella quota parte di 44,6, a quello del Comune stesso fa circa 100. Quando poi ci aggiungeremo anche i debiti delle altre società controllate (Ravenna Farmacie, Aser, Ravenna Entrate e Azimut), ancora da conoscere, avremo il senso esatto di un indebitamento della nostra amministrazione comunale stellare.

Sembrerebbe una favola, più che un dramma. Ma non ci è stato raccontato, come sia potuta riuscire l’impresa, impossibile al mondo, per cui “Ravenna Farmacie, sorvegliata speciale da parte dell’azionista di riferimento Ravenna Holding (92,7 per cento delle azioni)”, gestendo 16 farmacie comunali, tutte con ottimo o almeno discreto bacino di utenza, e un magazzino all’ingrosso che serve il 44 per cento del mercato del farmaco in provincia di Ravenna e l’11 e mezzo per cento in Emilia-Romagna, con una buona penetrazione nelle altre province romagnole e in quella di Ferrara, da due anni non abbia distribuito alcun dividendo alla proprietà e nel 2012 abbia chiuso il bilancio con un passivo di 545.312 euro. Se non fosse sorvegliata a vista da Ravenna Holding sarebbero scappati con tutto l’incasso dell’anno?

L’ultima favola ha come lupo cattivo il sottoscritto, incolpato di voler vendere una piccola parte dell’enorme volume di azioni di Hera depositate in Ravenna Holding, allo scopo di far stare meno peggio la città e i cittadini di Ravenna. Il presidente di Ravenna Holding ha detto, in poche parole, che il ricavato se lo terrebbe lui, perché “il capitale resterebbe a bilancio nella Holding e non entrerebbe a far parte della disponibilità del Comune di Ravenna”. Come se il padrone della cassaforte (leggasi l’assemblea dei soci) non possa decidere di ritirarne una parte del contenuto perché il custode vuole che muoia di fame".

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