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Cronaca

L'odissea di una 75enne col Covid: "97 ore al pronto soccorso con l'ossigeno, condizioni disumane"

La nipote: "Durante la notte del quarto giorno d'attesa ha avuto una crisi respiratoria, a quanto dice il medico, causata dallo stress per le condizioni che lo stesso medico ha definito 'disumane'"

La denuncia del 48enne positivo al Covid rimasto 72 ore su una barella al pronto soccorso in attesa di essere ricoverato ha scatenato la rabbia di tanti ravennati, per una situazione - quella del pronto soccorso dell'ospedale Santa Maria delle Croci - non più tollerabile. Tra questi ravennati c'è la giovane Giulia, che ha deciso di denunciare quanto successo a sua nonna, 75enne risultata positiva al Coronavirus e fino a pochi giorni fa in isolamento nella sua abitazione.

"Mia nonna è entrata in pronto soccorso la sera del 31 dicembre alle 19 con la febbre e vi è rimasta per ben 97 ore, parcheggiata in un angolo senza poter fare i bisogni (se non davanti a tutti) e saltando la maggior parte dei pasti - racconta la nipote - E' risultata positiva al Covid ed era in isolamento nella sua abitazione. Durante la notte del quarto giorno d'attesa ha avuto una crisi respiratoria, a quanto dice il medico, causata dallo stress per le condizioni che lo stesso medico ha definito 'disumane'".

La povera anziana si è rivolta al pronto soccorso dopo che le sue condizioni si sono aggravate. "Avevamo contattato la guardia medica perché venisse almeno saltuariamente a casa, ma ci è stato risposto che le squadre Usca per le pazienti della sua età e nel suo stato non erano attive: pertanto ha avuto solo due chiamate telefoniche nell’arco dei dieci giorni - continua Giulia - Quando le condizioni si sono aggravate, mia nonna ha chiamato da sola il 118 ed è entrata al pronto soccorso già con l'ossigeno. Quando è entrata, ci hanno detto che c'era una lista d'attesa (se così si può definire) dai 4 ai 6 giorni. Era una caos totale... Per fare i bisogni chiamava noi telefonicamente, e noi a nostra volta chiamavamo il pronto soccorso per chiedere che venisse assistita".

La famiglia dell'anziana non è rimasta con le mani in mano: "Ci siamo rivolti direttamente al sindaco e abbiamo contattato la segreteria del direttore generale Ausl dicendo che avremmo fatto un esposto in procura - spiega la nipote - Il sindaco mi ha risposto tempestivamente e ha detto che si sarebbe informato della situazione. Dopo circa 12 ore, quando era il suo turno, e dopo ben 97 ore di attesa le hanno trovato un posto letto in reparto. Ha una polmonite bilaterale interstiziale seria e ha bisogno di ossigeno 24 ore su 24 alla massima intensità, ma almeno ora è ricoverata e sembra che le sue condizioni siano migliorate. Vorrei precisare che il personale medico è stato eroico, nei limiti di quello che la struttura offriva".

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