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I prossimi 5 anni di Ravenna, de Pascale: "Un bosco tra la città e il porto, un parco eolico e più infrastrutture"

Ha davanti a sè altri 5 anni importanti Michele de Pascale, rieletto sindaco di Ravenna. Gli abbiamo fatto qualche domanda per scoprire cosa ha in serbo per il futuro della città

Ha davanti a sè altri 5 anni importanti Michele de Pascale, rieletto sindaco di Ravenna con una vittoria schiacciante alle elezioni comunali battendo altri 10 candidati, ottenendo la fiducia del 59,47% dei ravennati al voto al primo turno - nonostante la scarsa affluenza alle urne. 5 anni per i quali il primo cittadino ha annunciato "una maggiore attenzione al territorio e alla partecipazione dei cittadini". Sono nove gli assessori che accompagneranno De Pascale in questo secondo mandato amministrativo (a questo link tutte le deleghe): Eugenio Fusignani (Pri) riconfermato anche nel ruolo di vicesindaco, Gianandrea Baroncini (Ravenna Coraggiosa), Giacomo Costantini (Pd), Federica Del Conte (Pd), Igor Gallonetto (M5S), Livia Molducci (Pd), Federica Moschini (Pd), Annagiulia Randi (De Pascale sindaco), Fabio Sbaraglia (Pd).

Abbiamo fatto qualche domanda al sindaco per scoprire cosa ha in serbo per il futuro della città.

Qual è stata la prima cosa a cui ha pensato quando ha saputo di essere stato rieletto sindaco di Ravenna?

E' stata una grandissima soddisfazione, al terzo seggio scrutinato si era già capito il trend. Per un sindaco il tema della rielezione è un po' tirare una riga del proprio lavoro, il rinnovo è una tagliola che in poche ore dà un giudizio sul proprio lavoro ed è stata una grande emozione.

Durante l'intervista pre-elettorale con RavennaToday ha detto di essersi candidato anche per completare il lavoro avviato nei primi 5 anni: da cosa partirà per farlo, oltre che dall’adozione del piano urbanistico?

Abbiamo lasciato in via di completamento alcune progettualità, una l'hai già citata ed è quella del Pug, ma se dovessi scegliere i due 'work in progress' più significativi direi l'hub portuale - un elemento di cambiamento epocale - e il lavoro che stiamo facendo con Ausl Romagna, dal completamento delle case della salute agli investimenti sull'ospedale. Quindi da un lato il lavoro, dall'altro la salute, due dei nostri temi fondamentali sui quali c'era sempre l'incertezza che i cittadini ne riconoscessero l'importanza o premiassero questi aspetti piuttosto che altri più quotidiani. Invece ci siamo sentiti compresi.

Anche il periodo di pandemia probabilmente ha aiutato...

Assolutamente, il Covid ha riportato un po' sui fondamentali della vita, come appunto il lavoro e la salute.

Sulle infrastrutture invece quali saranno i prossimi passi? Prima delle elezioni, sempre durante la nostra intervista, era stato abbastanza critico con Anas...

Critico e autocritico, è una delle cose delle quali sono meno soddisfatto del primo mandato, e un sindaco anche quando non riesce a ottenere deve "sentirsi in colpa". Il cambio è stato quello a livello regionale: con Bonaccini abbiamo chiesto e ottenuto la delega alle Infrastrutture e da quando si è insediato l'assessore Corsini c'è stato un cambio di velocità nelle relazioni con Anas. Tra la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo devono partire i cantieri sulla statale Adriatica, a giorni dovrebbe esserci la firma del contratto fra Anas e la Regione per la progettazione della Ravegnana e della variante di Mezzano. Ho mantenuto la delega perchè voglio occuparmene direttamente io, in questo secondo mandato questa sarà una delle principali cose di cui mi occuperò: sbloccare definitivamente e portare a casa i finanziamenti perchè ciò che è già finanziato si realizzi e ciò che non lo è ancora venga finanziato. Poi per i tempi di Anas non è che in 5 anni faremo la nuova Ravegnana o la variante di Mezzano, ma l'obiettivo è che in questi 5 anni si ottengano i finanziamenti e si approvino i progetti in maniera tale che quelle opere siano definitivamente ottenute per la comunità ravennate.

Durante la presentazione della Giunta ha affermato che ci sarà una presenza molto forte degli assessori su tutto il territorio comunale e che vi migliorerete dove vi sono state segnalate delle criticità. In che modo avverrà questo maggiore 'contatto' con i cittadini e quali sono le criticità di cui parla? 

Io cerco sempre di vedere la "macchia sulla camicia": nonostante l'indiscutibile buon risultato delle elezioni, ci sono delle diversità. Al mare e in città, ad esempio, mediamente cresciamo nei consensi, mentre in altre zone della città - come il forese, dove eravamo andati molto bene 5 anni fa - siamo rimasti stabili, pur avendo allargato la coalizione. E' chiaro che non è una cosa positiva, c'è una parte di territorio che ha sempre guardato a noi con grande fiducia e che la destra nemmeno conosce. Però anche lì una parte del nostro elettorato non è andata a votare. Quindi ho chiesto un cambio di metodo a tutti gli assessori, e tutti loro passeranno un giorno alla settimana in una delle sedi decentrate incontrando i cittadini, facendo sopralluoghi ai cantieri, visitando scuole e attività commerciali. In secondo luogo procederemo il prima possibile alla rielezione dei consigli territoriali, che per la prima volta verranno eletti col nuovo metodo con cui i cittadini potranno davvero scegliere chi li rappresenta.

Tra le nuove deleghe c’è quella al PNRR, che ha tenuto per sé: su quali interventi punta principalmente?

Nel Pnrr abbiamo due interventi importantissimi a livello portuale: uno sul versante della logistica, la fase due dell'hub, e uno riguardo Agnes (il parco eolico, ndr) per la transizione energetica. I due progetti sono già all'interno del Pnrr ma andranno seguiti e concretizzati soprattutto per la parte di autorizzazione, che è quella più difficile. Ma ci sono anche altri interventi: nel Pnrr ci sono moltissime risorse sull'edilizia scolastica e le dobbiamo intercettare. Sul versante infrastrutturale non ci sono di fatto strade nel Pnrr, ma ci sono risorse per investimenti sulle ferrovie. E poi il grande investimento della Casa della salute della Darsena, un intervento da dieci milioni di euro, e stiamo lavorando per farlo rientrare nel Pnrr.

Nella Giunta la delega al coordinamento politiche e investimenti per la transizione ecologica, così come quella al Paesc e all'efficientamento energetico, è stata data a Baroncini di Ravenna Coraggiosa: si riuscirà a conciliare con le idee su energia, offshore, CO2 etc. di altre parti politiche in giunta, a partire da quelle molto lontane dei Repubblicani?

Baroncini ha accolto su di sè una concezione di delega all'ambiente completamente nuova. Abbiamo deciso insieme di concepire una delega molto più ampia, che innanzitutto si occupi dell'impatto ambientale di Ravenna come città di 160mila abitanti e del Comune di Ravenna come azienda di 1300 dipendenti, e quindi tutta la parte di efficentamento energetico, di mobilità etc. In più Ravenna ha la dimensione dell'industria energetica: noi abbiamo scritto una pagina di programma molto dettagliata sugli interventi che vogliamo fare e lo abbiamo fatto all'interno di una coalizione molto larga che comprende anche forze meno sensibili sui temi delle rinnovabili, ma nessuno all'interno della coalizione nega l'esigenza di una transizione energetica e i cambiamenti climatici. La delega a Baroncini è la garanzia che sulle rinnovabili si metterà il massimo della spinta possibile, ma al contempo è una garanzia di rispetto del programma di mandato, che rappresenta una posizione articolata che vede la transizione in maniera pragmatica: spinta massima su Agnes, sull'efficientamento energetico e sulla mobilità sostenibile, ma anche difesa di pezzi importanti del settore industriale di Ravenna e negazione dell'assioma che è meglio importare il gas rispetto a estrarlo. La scelta di bloccare le attività di estrazione in Italia per importare è stupida e non ha nessun beneficio nè ambientale, nè economico.

Nella presentazione della nuova Giunta ha affermato che le tematiche ambientali saranno uno dei temi centrali dell'amministrazione, e prima delle elezioni in effetti aveva detto che tra i punti deboli su cui continuare a lavorare c'era proprio la gestione delle aree naturali. In particolare ha parlato di un piano di rinaturalizzazione e riforestazione di tutta la fascia costiera: cosa dobbiamo aspettarci e in quali tempi?

La trasversalità delle tematiche ambientali (Baroncini ha la delega a coordinamento politiche e investimenti per la Transizione Ecologica e Paesc, Gallonetto a Verde pubblico e riforestazione e Costantini ad Aree naturali e Parco del Delta del Po, ndr) è un segno del fatto che diversi assessorati devono occuparsi in maniera più forte dell'ambiente. C'è un collegamento tra le aree naturali e il turismo, visto che la natura è la terza gamba su cui corre il turismo ravennate oltre al mare e alla cultura. C'è un'attenzione marcata, affidata all'assessore Gallonetto, su due ambiti: la gestione del nostro verde urbano per migliorarne la qualità e il tema del grande progetto di riforestazione, uno dei contenuti più forti del nuovo Pug. Si tratta di una grande cintura verde che circondi tutto il porto di Ravenna e che protegga l'abitato e la città facendo da "filtro verde", che ha una valenza paesaggistica ma anche di salute.

Oltre al collegamento con le aree naturali, per il turismo c'è un collegamento anche con lo sport, tanto che Costantini oltre alla delega al turismo ha ottenuto proprio quella allo sport...

L'assessore Costantini conosce bene il tessuto sportivo della città e ha una grande passione per lo sport. Il primo principio è la promozione sportiva di base, ma è ovvio che l'interazione col turismo c'è ed è molto interessante, perchè lo sport è un attrattore importante e spesso con investimenti non elevatissimi si possono ottenere eventi importanti. Abbiamo un'impiantistica sportiva che si presta a questo e che si presterà ancora di più con alcuni interventi che sono in corso. 

Ora c'è da affrontare anche la situazione del Green Pass obbligatorio e delle manifestazioni no-Green Pass, e anche in Municipio ci sono alcuni dipendenti che sono rimasti a casa perchè non hanno la certificazione verde. La preoccupano i disagi che si stanno creando?

In Comune i dipendenti senza Green Pass sono 4 o 5, ma devo ammettere che non è una cosa che mi preoccupa. C'è molto clamore mediatico dietro a numeri veramente piccoli: basti pensare che in Comune a Ravenna siamo 1300 e ci sono appunto 4 o 5 casi, in Compagnia portuale si parla di circa 25 persone su 450 che ci lavorano. Guardando anche il dato elettorale, non è che sulla scheda mancasse l'offerta politica no-vax: c'era un candidato che aveva un punto di programma che era il no a vaccini e Green Pass e c'erano diversi candidati all'interno della destra che ne hanno fatto una battaglia identitaria, hanno sostituito l'immigrazione col no-vax e il no-Green Pass, ma hanno ottenuto numeri molto bassi. Chiunque ha il diritto di esprimere la propria idea, ma ciò non significa che gli altri debbano essere accondiscendenti. Ognuno ha il diritto di scendere in piazza e protestare e tutti gli altri cittadini hanno il diritto di dire che ci sono delle regole. Io penso che non ci sia una posizione più sbagliata di quella contro i vaccini e il Green Pass, posizione irrispettosa nei confronti di migliaia di morti e di gente che ha perso il posto di lavoro. Credo di essere stato uno dei sindaci che è stato più netto sul tema della vaccinazione e mi sembra che come la pensano i ravennati si sia visto.

Però anche se parliamo di numeri piccoli i problemi iniziano a esserci, come gli studenti e i lavoratori lasciati a piedi perchè mancano gli autisti degli autobus...

Sì, c'è qualche problema legato a quelle prestazioni dove il numero è contigentato e le persone non sono immediatamente sostituibili. Per guidare un'autobus serve una patente specifica e un minimo di formazione, per cui si sono creati alcuni disservizi. Peraltro se la protesta del camionista, che lavora da solo chiuso dentro il suo abitacolo, può avere un minimo di ratio, per quanto riguarda gli autisti dell'autobus assolutamente no: sono due anni che parliamo dei rischi di contagi sugli autobus...

La prima seduta del consiglio comunale sarà il 26 ottobre: voci di corridoio dicono che Ouidad Bakkali sarà nominata presidente...

La Giunta è una prerogativa del sindaco, mentre la presidenza del Consiglio comunale è una scelta che spetta al Consiglio. Ho rispetto delle decisioni che verranno prese ma, posto che anche io concorro all'elezione del presidente, quello di Bakkali mi sembra un profilo estremamente autorevole. I due consiglieri più votati durante le elezioni sono stati proprio Bakkali e Massimo Cameliani, e questo per me è un motivo di grande orgoglio.

Ancarani aveva chiesto che venisse scelta una figura "non divisiva" per la presidenza...

Ancarani ha motivato la sua richiesta esprimendo un giudizio negativo sull'operato della presidente Livia Molducci, posizione che non condivido assolutamente: la presidente Molducci negli ultimi 10 anni ha lavorato molto bene. Mi è sembrato un cattivo incipit e gliel'ho anche detto ad Alberto, male la prima! In ogni caso c'è un dato che non è un bel dato, quello che riguarda la presenza femminile all'interno del Consiglio comunale, che fa passi indietro rispetto alla scorsa legislatura. Nella minoranza il dato è drammatico: ci sono 9 uomini e una donna, la principale coalizione del centrodestra fa 7 uomini su 7. La maggioranza fa un po' meglio, ma sempre con numeri bassi, e i candidati sindaco erano 10 uomini e una sola donna. Quindi credo sia un tema da porsi perchè ciò vuol dire che qualcosa non funziona, se il consiglio comunale diventa così poco attrattivo. La mia coalizione aveva tutti capolista uomini, è una cosa di cui vado poco fiero. Dobbiamo tutti farci delle domande.

Una certa parte dell’opposizione ha detto che lei sarebbe interessato ad altri incarichi nazionali, con le elezioni politiche che si terranno tra due anni: è vero?

Il fatto che la critica provenga dalla Pigna per i ravennati è una garanzia che questo non avverrà! (ride) Per loro sono 5 anni che non mi dovevo ricandidare, che dovevo andare da una parte, poi dall'altra... La mia ambizione è quella di continuare a fare il sindaco per altri 5 anni, altrimenti non mi sarei candidato: per me è l'ABC della serietà. Poi naturalmente continuerò a impegnarmi in attività nazionali, ma sempre per portare Ravenna nei tavoli dove si prendono le decisioni.

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